18 luglio 2009

coscienza della conoscenza



segnalo l'articolo di gerlando gibilaro
Conoscenza e coscienza: mappe mentali, mappe concettuali,
brainstorming ed altri concetti astrusi


le riflessioni di gerlando sono interessanti
e molto stimolante è il suo punto di partenza
La domanda è: possiamo disegnare quanta coscienza abbiamo di ciò che conosciamo (o che crediamo di conoscere)?

vi invito a seguire il percorso di geraldo
che alla fine si conclude così:
(...) Ed è per questo che al sottoscritto non piace parlare di mappe mentali differenziandole dalle mappe concettuali. Quando si inizia non si sa cosa ne verrà fuori. (”È pericoloso, Frodo, uscire dalla porta. Ti metti in strada, e se non dirigi bene i piedi, non si sa dove puoi finire spazzato via“.)
Più interessante, mi sembra, l’idea di pensare visivamente: il Think visual di Dave Gray.
Concludo rilanciando, invece, l’idea di scoprire i luoghi e le modalità con cui le mappe mentali e mappe concettuali si mescolano e si confondono fra di loro, esplorando quelle zone di confine: là dove, per dirla con Italo Calvino, non è più possibile distinguere il rombo del tuono dall’ululato del lupo (Italo Calvino: Le città Invisibili).


trovo molto suggestiva l'idea finale di geraldo:
esplorare una zona di confine...tra ordine e caos

personalmente tra le mappe mentali di tony buzan
e le mappe concettuali di joseph novak
scelgo quelle mentali perchè sono più rispondenti
al mio stile cognitivo e potenziano il processo creativo

quando, invece, voglio realizzare una mappa digitale
per coniugare maggiormente creatività e operatività
opto per le solution map di alberto scocco
che sono un compromesso tra mappe mentali e concettuali

per il futuro sono molto interessata ad approfondire
il think visual di dave gray, che avevo già segnalato qui

a questo punto rilancio a gerlando l'idea
di provare le solution map di alberto scocco
chissà... forse è quello che sta cercando!

comunque sia, buon mapping a tutti ;)


p.s.
gerlando gibilaro è avvocato
e coautore del sito indiritto.it

4 commenti:

Gerlando ha detto...

Ciao Roberta,
mappe_mentali_blog è stato uno dei "luoghi" di partenza e di ispirazione per l'articolo su Tanto.
Ho già raccolto il tuo suggerimento ad approfondire le solution map grazie, anche, all'intervista ad Alberto Scocco qui pubblicata.

Una fra le grandi potenzialità delle mappe (mentali, concettuali, ma non solo) risiede, a mio avviso, nella capacità delle stesse di dare una "emozione" al pensiero ed alla conoscenza attraverso la relativa rappresentazione visiva.
Questo aspetto non è da sottovalutare perché credo che riproduca l'emozione che si può provare nella scoperta e nella conoscenza.
In tal senso, l'utilizzo delle mappe mentali, concettuali e delle solution map, credo dovrebbe essere potenziato nelle possibili applicazioni pedagogiche.

Non posso, quindi, che ringraziarti, sia per la tua attenzione, ma sopratutto per l'interessante tuo lavoro pubblicato su mappe_mentali_blog.

roberta buzzacchino ha detto...

Ciao Gerlando,

mi fa piacere aver inziato questa conversazione che spero nel futuro possa alimentarsi di nuove riflessioni.

Anche io credo che il mind mapping abbia grandi potenzialità ed è bello sottolineare la sua parte "emozionale" che io sperimento ogni volta che realizzo una mappa a mano
con pennarelli colorati e che vedo "crescere" a poco a poco, lentamente, ramo dopo ramo...

:)

a presto
r

paopasc ha detto...

io direi :
(in questo caso) la mappa dà uno spazio (sia fisico che mentale) all' emozione.

La rappresentazione topografica dello spazio è possibile anche in assenza di intervento emotivo?
Potrebbe essere possibile spiegare l'assenza di percezione cosciente di certi eventi o fenomeni come incapacità (temporanea) di legare una mappa emotiva ad una spaziale?
Ho immaginato il procedimento cerebrale sugli input in ingresso come suddiviso in due grandi categorie:
una è quella della mappatura spaziale, e rappresenta la qualità, nel senso che spazi diversi esigono mappe diverse;
l'altra è la mappatura emotiva, e rappresenta la quantità, in questo caso una medesima mappa può corrispondere a due o più fenomeni diversi (amiamo e odiamo enti diversi spesso con la medesima intensità).
Se le mappe aiutano a creare uno spazio che non esiste topograficamente (la creatività) ma emotivamente (la voglia di conoscere ecc) allora sono utili a reificare i nostri desideri.
Bye.

roberta buzzacchino ha detto...

ciao paopasc

grazie per le tue osservazioni...
...la mappa reifica le emozioni desiderate rendendole tridimensionali ;)

bye