28 ottobre 2009

AllenaMente # 6_bis

prendo spunto da un commento
fatto da donatella al post di ieri
per fare alcune riflessioni

Ciao Roberta,
mi piacerebbe molto provare l'esperienza della mappa collettiva, cercherò di rimediare :D Fino ad ora ho realizzato solo mappe in solitudine o collaborando a distanza con altre persone; l'unica volta in cui mi sono ritrovata in gruppo è stato proprio al tuo mappe_mentali_lab.

Ho una domanda: la mappa viene realizzata man mano che i partecipanti condividono le riflessioni o queste si raccolgono tutte (o 2-3 per volta) e poi, fatto il punto della situazione, si disegna?

un saluto,
Donatella


la mappa mentale collettiva
è un'esperienza molto particolare
che trovo ogni volta sorprendente
perchè quando comincio
non so mai cosa accadrà...



questa mappa l'ho realizzata in presa diretta
nel senso che dopo ogni singolo intervento
ho chiesto alla persona di dirmi le parole chiave
che potevano riassumere il concetto espresso
e su quale ramo dovevo scriverle

durante la sessione è anche capitato
che io abbia fatto la sintesi da sola
mentre gli altri parlavano sollecitati
dalle domande di myriam

in effetti una regola fissa non c'è:
fare una mappa collettiva
è come lasciarsi trasportare dal flusso...

un elemento molto importante è
l'intesa tra i due conduttori della sessione
in questo caso io e myriam, con un discreto allenamento
e dopo prove ed errori, siamo riuscite
a creare il giusto equilibrio tra dialogo e sintesi

imparare a fare una mappa collettiva
è stato per me molto istruttivo
perchè mi ha fatto capire concretamente
cosa vuol dire ascolto attivo

in questa mia ricerca di equilibrio
ho trovato interessante leggere
l'articolo di marianella sclavi
Ascolto attivo e seconda modernità
segnalato nel sito nuovo e utile

in base alla mia esperienza
penso che il metodo della mappa mentale
sia utile per cambiare abitudine di pensiero:
passare da un sistema semplice a uno complesso



e trasformare l'ascolto passivo in attivo



Le sette regole dell'arte di ascoltare
di marianella sclavi

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sè.

4 commenti:

dplastino ha detto...

Direi che non potevo ricevere risposta più esauriente di questa :D

Sono contenta di averti ispirato questo post, che a sua volta suscita in me altri nuovi spunti.

Ascoltare, capire, sintetizzare: buone pratiche a cui purtroppo non siamo troppo avvezzi (o almeno, io fatico un po'). I consigli di Marianella Sclavi sono tutti sensati, ma per educarsi all'ascolto attivo serve anche una certa fatica (ad esempio, al punto 3, si parla di "assumere che l'altro ha ragione" e non è roba da poco :D).

Penso che la mappa collettiva stimoli questo tipo di ascolto per sua stessa natura e questo è proprio uno dei motivi per cui mi piacerebbe molto partecipare alla nascita/costruzione di una di esse.
Sono convinta che la mappa collettiva rappresenti un'utile strumento a supporto dei brainstorming aziendali, anche perché a differenza dei post-it (dove ognuno si affeziona al suo pezzo di carta) con il foglio unico della mappa può essere più facile sentirsi parte di un gruppo, tenere in mente obiettivi e seguire il flusso ragionamenti.

Grazie per la ricca risposta,

Donatella

roberta buzzacchino ha detto...

cara donatella

sono d'accordo con le tue osservazioni :)

l'ascolto attivo richiede impegno e "fatica", ma considerato il risultato finale ne vale sicuramente la pena !!

trovo interessante la tua riflessione sull'utilizzo dei "post-it" e ti anticipo che avremo modo di riparlarne molto presto

nei prossimi giorni ti racconterò la storia di una mappa collettiva che ha per oggetto il budget aziendale!!

ciao
r

dplastino ha detto...

ok, tu sai come suscitare tutta la mia curiosità, ci riesci benissimo :D

adesso non vedo l'ora di leggere la storia che hai anticipato :P

continuo a seguirti carissima

Donatella

roberta buzzacchino ha detto...

;)

a presto !
r