28 aprile 2010

il cervello: se lo conosci, lo usi meglio !

ieri sono andata in libreria
per curiosare tra gli scaffali
facendomi guidare dalle parole
di rita levi montalicini

Lo studio del cervello è la sfida più importante
che l’uomo abbia mai affrontato.
E il motto socratico del nostro tempo
dovrebbe diventare: conosci il tuo cervello.


per questo ho comprato
Il cervello: istruzioni per l'uso



Dalle frontiere della ricerca neuroscientifica, 12 regole chiave per migliorare la qualità della nostra vita. Per capire come funziona il cervello, e trarne il massimo profitto.

Rivolto a genitori, insegnanti, datori di lavoro e a tutti coloro che vogliono risvegliare le proprie potenzialità cerebrali con stimoli opportuni, aprendo la strada verso una società di studenti e lavoratori migliori.


l'autore del libro è john medina
biologo molecolare specializzato
e professore di bioingegneria alla
university of washington school of medicine



medina suggerisce 12 regole da seguire
per vivere in maniera più produttiva e creativa



del libro ne parla un articolo pubblicato
dal settimanale Il Venerdì di Repubblica



saper utilizzare al meglio le nostre risorse
è importante in molte occasioni

per esempio quando si deve fare una presentazione
è bene seguire alcune regole che garr reynolds
ha così sintetizzato



insomma il libro promette bene
oggi comincio a leggere e poi vi racconto...

;)

22 aprile 2010

rita 101



Lo studio del cervello è la sfida più importante
che l’uomo abbia mai affrontato.
E il motto socratico del nostro tempo
dovrebbe diventare: conosci il tuo cervello.

(Rita Levi Montalcini)

oggi è il compleanno di rita levi montalcini
e per omaggiare i suoi 101 anni
si svolgerà Rita101, evento via web,
a cui aderisco con grande piacere



alle ore 21 sulle micro web tv italiane,
sulle web tv e web radio universitarie,
sui micro media iperlocali e sui blog e videoblog,
saranno raccontate storie legate alla ricerca italiana,
e ai ricercatori che rimangono nel nostro paese
e a quelli che espatriano

queste alcuni passi dell'intervista alla montalcini
pubblicata da wired lo scorso anno




leggi la presentazione di Rita101

the brain revolution



In occasione del 101° compleanno di rita levi montalcini
alcuni tra i più prestigiosi e riconosciuti neuroscienziati
si riuniranno a Roma venerdì 23 aprile per il primo
BrainForum intitolato “The Brain Revolution,
le nuove frontiere di ricerca sul cervello”.

La ricerca sul cervello è ad un passo storico. Secondo Idan Segev, dell’Università Ebraica di Gerusalemme, fondatore e Direttore dell’ ICNC (Interdisciplinary Center for Neural Computation), ci stiamo preparando ad una rivoluzione del cervello, che probabilmente sarà ancor più importante di quella industriale e di quella informatica. La società deve essere pronta per questa rivoluzione perché cambierà in maniera assolutamente radicale il modo in cui vivremo nel futuro prossimo”.



Sono convinta che i prossimi vent’anni saranno gli anni del cervello, come i venti passati sono stati i vent’anni del corpo: benessere fisico, chirurgia estetica, creme, integratori alimentari, sport, diete… sostiene Viviana Kasam, ideatrice dell'evento. Ma un corpo in forma non serve se il cervello invecchia male. Le nuove frontiere della scienza questo ci promettono: di riuscire a tenere in forma il cervello. E se fino ad oggi siamo andati nelle beauty farm, immagino che presto frequenteremo le brain farm.

chissà... forse in queste brain farm
si faranno sessioni di mind mapping !

ci vediamo nel futuro... ;)

p.s.
sarà possibile seguire il convegno
in diretta BrainForum On Air

21 aprile 2010

pensiero visuale e processo di scrittura

riprendo il post di ieri per fare
alcune riflessioni sul processo di scrittura

come è accaduto ad alessia rapone
sempre più spesso sentiamo la necessità
di mettere insieme suggestioni, riflessioni,
stimoli, frammenti di pensieri che provengono
da tutto ciò che leggiamo, vediamo, ascoltiamo...



trovare il filo rosso dei propri pensieri
con una mappa mentale può essere
l'incipit del processo di scrittura
perchè il passaggio dal radiale al lineare è breve

luisa carrada, tempo fa, lo ha raccontato
nel suo blog con il post Sul tappeto volante



Quando abbordo progetti testuali nuovi, su temi che conosco poco o per i quali devo leggere e studiare tante cose diverse, disegnare una mappa mentale mi aiuta. Passare un bel po' di tempo davanti un foglio A3 a organizzare i contenuti pian piano e a delinearli uno per uno, scegliendo non solo le parole ma anche le forme e i colori, significa digerirli e farli davvero miei. Abbracciare tutto con lo sguardo rende poi la complessità molto più semplice ai miei occhi. Scrivere segue con naturalezza...(continua)

della fusione tra immagini e parole
ne parla anche rayan coleman
in questa bella presentazione

20 aprile 2010

io donna: dalla mappa alla tela passando per libri, foto e giornali

rappresentare il pensiero con le mappe mentali
può diventare, con l'andar del tempo, un gesto naturale
che accompagna il processo creativo

è quello che è accaduto ad alessia rapone
che mi ha scritto questa mail

Ciao Roberta,

è trascorso un anno da quando ho partecipato al mappe_mentali_lab e da allora le mappe sono entrate a poco a poco nel mio quotidiano sia professionale che personale.

Giorni fa ho letto il post in cui parlavi della rivista IO Donna, a cui sono molto affezionata, e ho fatto alcune riflessioni "radiali" sul tema della donna .

Sono partita da un brano del libro Il giorno prima della felicità di Erri De Luca. " Nell’età delle commozioni il cuore non basta a reggere la spinta del sangue. Il mondo intorno è poco in confronto alla grandezza che si allarga in petto. E’ l’età in cui una donna deve ridursi alla piccola taglia del mondo. Un urto dentro di lei le fa credere di non farcela, troppa violenza ci vuole per ridursi. E’ l’età rischiosa. Le donne hanno un’esaltazione fisica che noi non possiamo conoscere. Noi ci possiamo esaltare per una donna, loro si esaltano per la forza contenuta dentro. E’ una energia antica delle sacerdotesse che custodivano il fuoco." A me queste righe mi hanno fatto venire i brividi, perché mi sono sentita conosciuta come mai prima, messa a nudo per rispettarmi fino al sacro.

Poi ho riletto un articolo di Aldo Cazzullo "Parlando a Maria come una donna" (pubblicato tempo fa nella rivista IO Donna) in cui presentava il libro "Maria, la donna" del patriarca di Venezia Angelo Sodano il quale ricordava come di donne autentiche la società del terzo millennio abbia straordinario bisogno. La donna autentica è appunto Maria, centro della libertà-semplicità-creatività di ogni uomo, a partire da quella di suo figlio.

Dopo queste letture ho fatto una mappa mentale, per vedere meglio come le tre parole potessero diventare azioni concrete e perchè, per disegnare una mappa, bisogna superare gli steccati del pensiero tradizionale, ridurre parole e immagini, reinventarsi il modo di manifestare se stessi. Libertà-semplicità-creatività, appunto.



La mappa mentale
l’ho chiamata Io donna, come il giornale a cui sono tanto affezionata, come forse Maria si sarà detta con gioia e sgomento, come ognuna di noi nei momenti belli e brutti di ogni giorno.

Dopo qualche giorno aver fatto la mappa, mi regalo una tela bianca su cui provare a mettere insieme ritagli di giornale e vecchie foto, tutto quello che ho nella casa nuova. Penso che sia poca roba, che i pezzi non c’entrino niente uno con l’altro, che sto provando ma forse non riuscirò.

Inizio col ritaglio “Non servono parole”, continuo con quello in bianco e nero di una fotomodella, proseguo con una pagina dei Peanuts con Lucy dalla faccia carina e Charlie Brown sbigottito, attacco anche la foto della sorella di mia nonna, zia Lavinia, copio alcune righe di don Tonino Bello proprio su “Maria donna bella”.



All’improvviso, tutti gli elementi della tela trovano un ordine e un senso, legati tra loro da uno stesso filo rosso, che è la BELLEZZA come “dono che ci inebria di felicità perché, sia pure per un attimo appena, ci concede di mettere lo sguardo nelle feritoie fugaci che danno sull’eterno” (Tonino Bello).

Insomma, ci sono delle coincidenze, dei tempi che si avvicinano, dei rimandi continui che scopri perché li vuoi scoprire o perché ne hai bisogno o tutte e due. E poi sei contento, perché il cerchio si chiude e se ne aprono degli altri.

Il mio cerchio è iniziato da un libro e da un articolo di giornale, si è trasformata in una mappa mentale e da questa si è allargato fino alla tela bianca su cui sono rimaste tracce di un percorso…

Un caro saluto
Alessia


16 aprile 2010

orientarsi negli ipertesti



La rivista Studi di glottodidattica, del Dipartimento
di Pratiche linguistiche e analisi di testi
dell'Università degli Studi di Bari, pubblica l'articolo
Le mappe concettuali come strategia
per orientare la lettura dei documenti ipertestuali

di Anna Lucia Delmastro e Emilia Varanese

(...) La struttura non-sequenziale di un ipertesto e la possibilità di seguire diversi percorsi di lettura che esso comporta inducono una cambiamento alla nozione tradizionale di testo scritto.

La lettura del testo analogico, lineare, viene sostituita, nell’ipertesto, da una lettura non-lineare, multidimediale, regolata dagli scopi dell’utente. Quest’ultimo costruisce il significato dei vari testi secondo il proprio idiosincratico percorso della lettura.

Ci troviamo, allora, di fronte a nuove modalità di lettura e di apprendimento che richiedono approcci originali, orientati a sviluppare nuove modalità di pensiero.

In questo cambio di paradigma, si inseriscono le mappe concettuali come strumento grafico e strategia euristica per guidare la lettura, la ricerca e l’apprendimento(...)


ho trovato l'articolo interessante
perchè tratta un tema attuale
e fa una panoramica sui diversi tipi
di organizzatori grafici della conoscenza

mappa concettuale


mappe mentale


mappa semantica


mappa di vocabolario/lessicale


mappa tematica


inoltre viene proposta un'utile scala
per la valutazione delle mappe mentali



in un punto però non sono d'accordo

le autrici sostengono che nelle mappe mentali
(...) i concetti non seguono una particolare gerarchia
nè una logica inclusiva
(pag.25)
(...) non consentono la rappresentazione
gerarchica e multilivello
(pag.36)

a questo proposito cito il capitolo 9
del libro Le mappe mentali
dove tony buzan specifica che le mappe hanno
una struttura gerachico- associativa

(...) Per controllare e applicare questo grande potere mentale, hai bisogno di strutturare il tuo pensiero e la tua mappa mentale usando le gerarchie e categorizzazione.Il primo passo è identificare le Basic Ordering Ideas (BOIs - Idee Organizzative di Base). Le BOIs sono concetti chiave entro i quali può essere organizzata una moltitudine di altri concetti.

per fare un esempio concreto
prendiamo la mappa che illustra
il master people strategy
di cui ho già parlato qui


sui i rami principali sono indicate le BOIs
- finalità, iscritti, materie, durata, costo -
cioè le categorie generali partendo dalle quali
è possibile passare, con i rami di II e III livello,
alle informazioni più dettagliate

a pag.102 del libro buzan suggerisce

Un modo sempice per scoprire le principali BOIs è fare domande di questo tipo:
- Se questo fosse un libro, quali sarebbero i titoli dei suoi capitoli?
- Quali sono i miei specifici obiettivi?
- Quali sono le 7 più imporrtanti categorie nell'area presa in considerazione?
- Quali sono le mie domande di base? Perchè, cosa, dove, chi, come, quando ?


e infine specifica i vantaggi
della gerarchia e della categorizzazione

1. Le idee principali sono disposte in modo che le idee di secondo e terzo livello possano seguire velocemente e agilmente per facilitare una struttura di pensiero armoniosa.
2. Le BOIs aiutano a dare forma, scolpire e costruire mappe emntali, permettendo alla mente di pensare in modo naturalmente strutturato

15 aprile 2010

neuro lit crit



L'università di Yale vuole sottoporre alcuni studenti a un esperimento per capire cosa succede nel cervello quando ci piace un romanzo.
Il sogno è quello di far nascere una nuova disciplina che studia le nostre diverse reazioni: la critica letteraria neurologica

I neuroni attivati da Omero
La lettura diventa una scienza

di Enrico Franceschini

11 aprile 2010

pronti, partenza...via!

in queste ore si sta svolgendo la maratona
Corri in Abruzzo L'Aquila - Onna



del comitato organizzatore fa parte
anche katia vinciguerra che
per avere sotto controllo le tante informazioni
ha organizzato tutto in una mappa mentale !



brava katia !

10 aprile 2010

L'era dell' homo zappiens

I ragazzi "nati digitali" sviluppano abilità intellettuali (e biologiche) diverse. Così le tecnologie "ricablano" il nostro cervello e disegnano un'altra specie (continua...)




09 aprile 2010

più che sapere, saper imparare



La scuola dell'obbligo deve insegnare "conoscenze" o "competenze"?
La domanda apparentemente è astratta, ma dalla risposta discendono conseguenze concrete, perché ne dipendono i contenuti e i metodi dell'insegnamento.

Fino a pochi decenni or sono era considerato ovvio che la scuola dovesse impartire nozioni. Ma oggi il mondo è cambiato. Si constata sempre più spesso che le conoscenze non servono a chi non è in grado di usarle per risolvere problemi nuovi. E sono soprattutto le imprese a insistere sulla svolta.

«Oggi le imprese non sono più disposte a insegnare il mestiere per anni, si aspettano piena efficienza sin dal primo giorno di lavoro. E i lavori cambiano: non sono più uno o due nell'arco della vita ma 10-15, e saranno sempre di più. Non serve "sapere" ma "saper imparare"».

Chi parla è Charles Fadel, responsabile Global Education della Cisco, autore del best seller XXI Century Skills e cofondatore del P21 (Partnership for XXI Century Skills): un gruppo che comprende 40 fra grandi aziende e altri enti, e che ha convinto 14 stati Usa, tra cui il Massachusetts, ad adottare il proprio progetto educativo.

Il presidente Obama ha proclamato che «nel XXI secolo le abilità fondamentali saranno il pensiero critico, l'intraprendenza e la creatività». Per svilupparle la scuola dovrà insegnare in modo nuovo.

La produttività degli individui dipenderà sempre più dalla capacità di adattarsi, innovare, lavorare in gruppo, pensare in modo critico. «Se un dottore di ricerca cinese costa cinque volte meno di un europeo o un americano – continua Fadel – quest'ultimo dovrà essere cinque volte più produttivo, o finirà fuori mercato».

È questa la premessa della svolta pedagogica «dalle conoscenze alle competenze», cioè a un sapere conquistato in modo attivo attraverso la soluzione di problemi tratti dalla vita reale.

«Attenzione però – sottolinea Fadel –: non bisogna contrapporre conoscenze a competenze, bensì sviluppare le seconde dalle prime». L'insegnamento di base non va abbandonato, va potenziato. Restano validi gli obiettivi tradizionali: ridurre l'abbandono scolastico, accrescere il numero dei laureati, rafforzare le conoscenze nelle lingue, in matematica, scienze, storia, educazione civica.

A questi temi è dedicato il seminario che si tiene oggi a Roma alla Luiss, organizzato dalla Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo e da Treellle. «Oggi gli studenti – conclude Fadel – vogliono "imparare facendo".

Già Confucio diceva, 500 anni prima di Cristo: se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio comprendo».

È ora che la scuola italiana lo ascolti.

Andrea Casalegno


docenti beat, studenti bit generation



“Non siamo figli controfigure” di Benedetta Cosmi è un testo da segnalare innanzitutto al Sistema delle Imprese che, nelle politiche di Employer Branding, spesso dimostra di non aver chiaro il pubblico al quale pensa di rivolgersi. Poi al mondo della Comunicazione, infine a noi: quelli della generazione beat.

il libro sarà presentato martedì 13 aprile ore 18
(Palazzo delle Esposizioni – Libreria Bookàbar,
via Milano 15, Roma) tra i relatori Marco Stancati


08 aprile 2010

pensieri fatti a mano


«Chi lo avrebbe mai detto? La conferenza "visual notes" è un successo. L'aula è piena».

Lo notava Cliff Atkinson, autore di saggi sulla concisione, nel corso della recente megaconvention South By Southwest, a Austin. E infatti poteva sembrare strana una banda di nerd accalcati per ascoltare esperti di una materia tanto particolare come quella che si occupa di come prendere appunti usando le immagini.

Eppure... Non è soltanto la consapevolezza che un'immagine vale più di mille parole. È soprattutto la riscoperta della relazione personale ma molto efficace che ciascuno conosce tra le immagini, gli schizzi, i disegni, i simboli, e la sintesi del contesto delle informazioni che si vogliono registrare.

E poiché si avvicina l'epoca tante volte annunciata ma oggi, pare, più realistica, del tablet, si può immaginare una convergenza tra gli appunti in forma simbolica e la registrazione digitale.

Il che significa il superamento del difetto cognitivo di chi apprende e crea usando molto la mente ma poco il corpo: finora la registrazione sul computer era basata su gesti sempre uguali, ripetuti all'infinito, come il movimento di pigiare sul tasto del mouse.

Toccando lo schermo del tablet, il recupero della varietà gestuale del corpo, e le sue conseguenze cognitive, è "a portata di mano".

Si comincia con la manipolazione delle foto.
Poi si aggiungeranno gli appunti.
E il resto si vedrà.

dal blog di Luca De Biase

06 aprile 2010

un taccuino per le mappe mentali: dall'italia al giappone !

vi ricordate del taccuino signa ?



fa parte del set taccuini inail 2009
ha pagine bianche, orizzontali, senza righe o quadretti
e serve per prendere appunti radiali con le mappe mentali

la sua storia l'ho raccontata qui



penso che in italia sia il primo taccuino
dedicato alle mappe mappe mentali
e forse è solo l'inizio...

oggi, navigando in rete, ho scoperto
che in giappone è in commercio una vera e propria
agenda radiale Mindmap Pocketbook 2010



in giappone, come in altri paesi asiatici,
il mind mapping di tony buzan
è molto conosciuto e praticato

questa agenda è prodotta da almacreation
società di formazione e consulenza aziendale
tutta incentrata sul mind mapping
sia manuale che digitale




ecco alcuni esempi

grazie a google traslation ho letto qua e là
e per fortuna le immagini sono di molto aiuto



l'idea di base è quella di un'agenda cartacea
che ti accompagna durante tutta la giornata


per organizzare gli appuntamenti,
"catturare" idee, pensieri, nuovi progetti...
che poi si possono completare con una mappa digitale
sia con il computer che con l'iphone



nel sito ho trovato il link al blog
dove ci sono notizie sui corsi di formazione
per imparare il mind mapping manuale
che viene quindi valorizzato
e ben integrato con quello digitale

presa dall'entusiasmo ho continuanto a navigare
e su you tube ho trovato un simpatico video
dove un ragazzo presenta l'agenda
e altri taccuini di diverse dimensioni



quanto darei per sapere cosa dice !!
per ora capisco solo quando dice "mind map"
e mi diverto a vedere i diversi prodotti ;)

hanno previsto anche una versione "super lusso"
un astuccio che contine un taccuino
e un set di pennarelli colorati (time 4:20)
troppo bello !!

ma non è finita qui!

link dopo link ho trovato il video di una sessione
di formazione sul mind mapping
utilizzando la tecnica manuale !



guardandolo mi è ritornato in mente
il mappe_mentali_lab di luglio
che ho raccontato qui

oggi ho fatto proprio un bel viaggio... radiale !

;)