22 dicembre 2010

mappe mentali e scrittura autobiografica #2



Nell'ambito del programma formativo promosso
dalla Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari
il 28-29-30 ottobre 2011 condurrò il seminario
Dalla scrittura lineare a quella radiale:
le mappe mentali per raccontare




per info e iscrizioni

19 dicembre 2010

mappe mentali e scrittura autobiografica #1

giorni fa vi ho presentato mind mapper in the world
oggi vi riporto in italia per conoscere ada ascari

Ciao Roberta,

ti scrivo per darti notizia dei miei primi esperimenti dopo il mappe_mentali_lab di ottobre.

Come sai ho partecipato al laboratorio perché ero molto curiosa di sperimentare ciò che fino a quel momento avevo solo visto sul tuo blog e soprattutto per capire se potevo applicare il metodo delle mappe mentali al mio campo di lavoro: la scrittura di sé.

Da anni mi occupo di scrittura autobiografica, una scrittura lineare a volte molto introspettiva, che non sono mai riuscita a collegare con una rappresentazione visuale così netta e colorata come quella delle mappe mentali.

All’inizio ero scettica, ma ho dovuto ricredermi perché già dai miei primi tentativi ho capito che una mappa mentale può davvero attivare l’emisfero destro del cervello e mettere in moto le componenti emozionali di chi sta disegnando una mappa.

Ti invio la mappa che ho realizzato partendo dal tema di un laboratorio autobiografico. La sollecitazione era di descrivere cosa si prova e si ricorda quando ci si sente “in un nido o in un guscio”: due sensazioni che possono dare spaesamento e a volte angoscia.




La struttura radiale, dal centro alla periferia, si irraggia a onde come il pensiero che da un nucleo primitivo si amplia fino ad arrivare a scoprire pensieri inaspettati. Come i ricordi che da un piccolo stimolo -può essere un’immagine, un odore, il suono di una parola- si allargano a comporre un disegno in cui tutti gli aspetti trovano il giusto collocamento. È un’esperienza nuova in cui il foglio bianco non fa più paura e i rami, i colori vanno a comporre un disegno che rispecchia il percorso della narrazione.

Disegnare la mappa e collocare le varie sensazioni che via via venivano alla mente mi è servito per fermare le idee, i ricordi e mettere sulla carta in forma organica ciò che si voleva dire, per poi eventualmente scrivere e ampliare in forma lineare ciò che ne era scaturito.

Un’esperienza davvero sorprendente. Un condensato di pensieri che non sarebbe stato possibile visualizzare a colpo d’occhio in nessun’altra maniera perchè con una mappa si riesce a far capire il procedimento mentale, le emozioni e i ricordi che ho seguito per disegnarla.

Ora ho già in mente la prossima mappa mentale che farò: sarà la sintesi del laboratorio che ho curato nell'ambito del progetto di ricerca nazionale "Re-inventare l'età matura" promosso dalla Libera Università dell'Autobiografia. Ti darò notizia appena pubblicherò i lavori realizzati con la mappa mentale introduttiva!

A presto
Ada

17 dicembre 2010

la creatività è sia di destra che di sinistra



questa settimana nuovo e utile parla del processo creativo
che nasce da un intenso dialogo tra neuroni
e coinvolge diverse aree cerebrali



Era affascinante, per la sua semplicità, l'idea che i creativi utilizzassero soprattutto l'emisfero destro, mentre le persone razionali, meno creative, usassero principalmente l'emisfero sinistro. Affascinante, ma più che semplice, semplicistica, a fronte della complessità del cervello. La smentita viene da una revisione sulla neurobiologia della creatività... (continua)

16 dicembre 2010

mind mapper in the world

chi segue questo blog sa bene che mi piace
"girare il mondo" per conoscere altri mind mapper

dopo la francia e l'australia oggi vi porto in...

giappone

una mind mapper al seminario di garr reynolds

stati uniti

tom henderson presenta il progetto "Punk Mathematics"
che prevede anche l'utilizzo delle mappe mentali
guarda il suo divertente video (03.08)

thailandia

Thailand Festival of the Mind 2010

argentina

seminario di mind mapping

singapore

ascolta l'intervista a thum cheng cheong
realizzata da channel news asia

:))

15 dicembre 2010

schizzismo

i libri per me sono proprio come le ciliege
inevitabilmente uno tira l'altro ;)

il tema dello schizzo mi ha appassionato
e questo è il mio nuovo libro
Lo Schizzismo di Riccardo Dalisi



Le imperfezioni feconde. Premessa allo schizzismo

Può essere d'aiuto ricordare un bel libro di Rita Levi Montalcini, Elogio dell'imperfezione, e come le riflessioni scaturite da esso ci conducano verso lo "schizzismo", metodologia per produrre quel mare di "imperfezioni", per far emergere spunti, idee, visioni. E' come lanciare un sasso nelle acque dell'impossibile per trarvi un possibile che non verrebbe a galla colla pura razionalità. Si potrà anche dare uno sguardo alla teoria del caos...


da quando rappresento il mio pensiero con le mappe mentali
spesso mi ritrovo a schizzare, abbozzare per cercare
di collegare idee e far emergere un ragionamento

non schizzo solo immagini, ma anche parole
perchè la dimensione, il tratto, il colore di una parola
in una mappa comunica al pari di un'immagine

il libro di dalisi mi è piaciuto perchè mi ha fatto riflettere
sul significato più "profondo e intimo" dello schizzo



Il dinamismo cangiante, rapido, veloce dei nostri giorni,l'interferire continuo nella nostra vita di un fiume ininterrotto di notizie, segni, di immagini cambia la nostra concezione delle cose e del mondo (...) Occuparsi della macchia, dello scarabocchio, è quindi occuparsi della dinamica delle forme, cioè della vita, di noi e dei nostri giorni. In tutto questo si può intravedere una filosofia e costituisce un allenamento a guardare meglio il mondo e le cose nel mondo.




Lo schizzismo è ricerca allo stato puro: cerco qualcosa entro il "groviglio" che viene su al di là di ogni intenzionalità e che mi conduce all'ascolto. A tratti si avverte una sorta di forza, un lampo tematico, intuitivo che guida. E' anche una via della didattica. Creare quel clima nel quale ed attraverso il quale ci si sperimenta nel gesto veloce. Per chi è agli inizi, è impacciato ed incerto, è un rompere il ghiaccio con se stessi, è una possibilità di ritrovare quella fonte da cui sgorga il tratto libero e liberante.

penso che lo schizzismo sia un esercizio perfetto
per "riscaldare la mano" e prepararsi al mind mapping

questo è il mio schizzo fatto a occhi chiusi



buon "schizzismo" a tutti :)

12 dicembre 2010

dallo schizzo al poster scientifico

a proposito di schizzi per esplorare, analizzare, perfezionare
idee e nozioni per poi comunicare nel modo più efficace possibile,
ho trovato un esempio interessante nel sito
cartografare il presente un centro di ricerca e documentazione sulle trasformazioni geopolitiche del mondo contemporaneo,
che fa ricorso privilegiato alla cartografia
e alle nuove tecnologie multimediali

nel post Mappa di un poster scientifico.
Comunicare visualmente i risultati della propria ricerca

Giulio Frigieri racconta le fasi del processo creativo
mostrando i primi disegni della struttura del poster
nella fase iniziale di studio e progettazione



(...) Il poster ha anche un proprio ritmo, fatto di pause e accelerazioni. Per aiutare la lettura e modularne la velocità, suggerendo connessioni e passaggi, è lecito ricorrere a frecce e connettori logici. I dati, in forma di testo o di immagini, devono essere scelti e disposti come “prove” a sostegno della tesi.



ll testo deve essere sintetico, concentrato e reso leggibile anche scegliendo opportunamente Font e dimensione dei caratteri. Le citazioni sono possibili, ma devono essere brevi. Servono legende esplicative e titoli anche per le immagini. Particolare importanza riveste la scelta del titolo del poster: deve incuriosire, informare e contenere la giusta dose di enfasi. (...)

11 dicembre 2010

schizzi di parole, immagini e colori

oggi ho ricevuto un bellissimo regalo
Graphic. Gli sketchbook dei più grandi
graphic designers del mondo




ll fascino dello sketchbook

Il quaderno delgi schizzi, lo sketchbook, è il portale d'accesso a un mondo in cui tutto può accadere: un'altra dimensione al di là di quelle dello spazio e del tempo; una vera e propria zona d'ombra in cui poter esprimere liberamente i sentimenti, le idee e i pensieri più reconditi (...)

Uno scketchbook è soprattutto un mezzo e non un fine: è il risultato dell'impulso naturale di artisti e designer di lasciare segni sulla carta; di esplorare, analizzare, perfezionare idee e nozioni.(...)


non sono una graphic designer, ma come mind mapper
sento molte affinità con questo particolare processo di lavoro
perchè, non utilizzando un software per il mind mapping,
ho sempre con me un quaderno con matita e gomma
sul quale schizzare le mie mappe imperfette e confuse
e dare forma al pensiero con parole, immagini e colori

dal libro ho scelto alcune pagine con i commenti dei relativi autori


Seam Adams
L'obiettivo è quello di aiutare una memoria molto volatile (...) Uso i quaderni anche durante i workshop. Gli appunti che prendo su argomenti importanti come le consegne sono orribili, però sono bravo a fare strani diagrammi che documentano gli affari del cliente. Tenere un quaderno è una disciplina.


Michael Beirut
Per me funzionano come una coperta di Linus. Non posso andare ad una riunione senza il mio quaderno in mano. Siccome me ne porto sempre uno dietro, tendo smarrirli. Perderne uno mi mette in agitazione. (...) Una volta ne lasciai uno sul tettuccio di un tassì nell'Upper West Side. Andò a finire che feci dieci isolati a piedi ripercorrendo il tragitto del tassì, finchè lo trovai sulla Broadway angolo 63esima: intatto, a parte qualche traccia di pneumatico.



Jeffrey Fisher - Il suo stile calligrafico molto caratteristico ha influenzato quella generazione di illustratori attivi dal 2000 che usano le parole come complementi colorati alle immagini



mi piace la definizione che gli autori del libro
utilizzano per definire uno scketchbook:
la manifestazione fisica di un pensiero libero



:)

10 dicembre 2010

dillo con un colore



A pag.38 dell'inserto La Domenica di Repubblica
del 5 dicembre scorso, un'intervista a Michel Pastoureau

Dei colori ho già parlato qui, qui e qui
e il mio colore preferito è il...

09 dicembre 2010

lettere "animate"

Scrivere è un album insolito in cui daniel pennac raccoglie
50 disegni che hanno come protagonista una penna stilografica



lo scrittore_disegnatore scrive nell'introduzione:

Ho sempre sfuggito la scrittura per il disegno. Al tempo in cui la scuola mi faceva riempire righe interminabili, le mie lettere si trasformavano da sole in omini che andavano a scorazzare sui margini. Il risultato era pressapoco questo:



06 dicembre 2010

testo libero

ieri pomeriggio ho ripreso dalla libreria
Il momento della complessità di mark taylor



questo libro è stato pubblicato in america nel 2001,
in italia nel 2005 e oggi rileggo un passo (pag.259)
in cui l'autore, in maniera lungimirante, prevedeva
quello che oggi stiamo vivendo

(...) Con l'espansione senza sosta delle reti il miscuglio di mondi, parole suoni, immagini, e idee diventa sempre più fitto e diversificato. Quando questa miscela mediatica si avvicinerà al punto di ebollizione, i cambiamenti cognitivi e culturali diventeranno inevitabili.

L'intricata dinamica dell'elaborazione dell'informazione e dei sistemi complessi adattivi può aiutarci a comprendere come cambierà il modo di pensare la soggettività, e che cosa significhi tutto questo per la vita del XXI secolo. (...)


da questo libro nel 2007 ho tratto ispirazione
per scrivere la metafora della scrittura
che da lineare si trasforma in radiale





della trasformazione della scrittura/lettura
luca de biase, il 18 novembre scorso, su nova24 scrive

Testo libero
Un testo non è necessariamente una colonna di segni da leggere spostando velocemente gli occhi da una parola all'altra, da una riga all'altra. Certo, quella soluzione ha i suoi vantaggi: primo ci siamo abituati, secondo è coerente con la necessità di un discorso lineare ma si presta bene anche a una lettura "diagonale", terzo è molto efficiente per valorizzare la tecnologia della carta. Ma sulle pagine digitali, si possono esplorare altre soluzioni. E la Vita Nòva, il periodico di Nòva disegnato per i tablet, sta sperimentando modi diversi per leggere.(...)


seguo con interesse le sperimentazioni
del testo libero sulle pagini digitali
e nel frattempo continuo ad esplorare
la scrittura radiale su pagine di carta

01 dicembre 2010

parole & immagini

seguo con interesse il blog sinsemia e oggi,
dopo aver visitato la galleria di artefatti sinsemici,
ho cercato nella mia libreria degli esempi in cui
la stampa separa il flusso naturale tra parole e immagini

ho trovato un piccolo libro l'infanzia del mago
favola autobiografica di di herman hesse
trascritta a mano e illustrata da peter weiss



Nel 1938, volendo farne dono all'amico e mecenate H.C. Bodnier, Herman Hesse affidò a Peter Weiss, giovanissimo (aveva 22 anni) esule e senza mezzi, l'incarico di illustrare L'infanzia del mago, un suo racconto del 1023.

l'edizione, pubblicata da Stampa alternativa, contiene
sia la versione tipografica che quella manoscritta
e queste sono le versioni della prima pagina





peter wiess racconta

Il 16 ottobre (...) comunicai a Hesse che avrei trascritto i testi a mano, "perchè questo è più congeniale al carattere dei disegni. La veste tipografica risulterà quindi intessuta di piccoli schizzi a penna semplicemente accennati, alcuni dei quali solamente in bianco e nero, altri molto colorati. Inoltre incorniciature, iniziali e tutte quei fregi che saranno opportuni". Gli mandai inoltre un campione della carta Ingres, giallino che avevo. Le dimensioni di ogni pagina dovevano essere di 15X24 centrimetri.

Mentre scrivevo e disegnavo, continuavo a pensare ai miei quadri rimasti all'Accademia d'arte di Praga. Era improbabile che li avrei mai rivisti, non sembrava possibile adesso ritornare a Praga. Così mi buttai nei lavoro di calligrafia, a volte assorto come un monaco in meditazione, a volte spaventato dagli eventi che preparavano la seconda guerra mondiale.


pagine in cui parole & immagni sono tutt'uno