modificano le nostre capacità cognitive
e io sempre più spesso sento la necessità
di fermarmi, riflettere e fare "vuoto
a questo tema io, fabrizio bellavista e davide agostoni
abbiamo dedicato la seconda puntata
della rubrica languagegarage
che leggerete nel numero di ottobre sulla rivista ADV

siamo partiti dal cerchio zen e intorno ad esso
abbiamo idealmente avvicinato pensatori di ogni tempo
che hanno esplorato in diversi modi il "vuoto"
penso che ciascuno di noi abbia un modo personale
per riflettere, uscire dal vorticoso succedersi di eventi
e dare forma ad un pensiero personale e originale
personalmente ho trovato nelle mappe mentali un utile metodo
per fare spazio e organizzare il mio pensiero perchè
quando passo dalla scrittura lineare a quella radiale
la prima “cosa” che incontro è il vuoto

è una pagina bianca, senza righe e quadretti,
in posizione orizzontale dove i punti di riferimento per scrivere
sono spariti in un "vuoto" che produce energia
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