il magazine D La Repubblica delle Donne n.628
pubblica un articolo che raccoglie
le riflessioni di 15 personalità
a cui è stato chiesto d'immaginare il futuro
queste le parole di rosi braidotti, filosofa femminista
(...) La crescente “non pensabilità” del futuro ci sta privando dell’unica realtà che abbiamo, il presente. La difficoltà a stare in un tempo che sfugge e muta di continuo si esprime nelle grandi patologie di oggi. L’ansia, la depressione, le dipendenze, la sindrome da burn out, bruciato, che colpisce gli operatori sociali. I corpi sono dei termometri delle soglie di sostenibilità.
Una delle funzioni fondamentali del pensiero critico è di arrestare queste velocità di fuga, spingendo il tasto “pausa”.
Per riuscire a capire in profondità e ripartire, bisogna prima fermarsi. E il ruolo che può avere un intellettuale oggi è simile a quello del meteorologo o del geografo: si tratta di costruire mappature e cartografie, sapendo che ciascuna di esse è provvisoria, perché tutto cambia molto rapidamente. Le mappe servono al soggetto nomade per capire come e dove “appoggiare” le proprie passioni così da costruire comunità che possano affermare potenzialità diverse.(continua pag.40-41)
05 gennaio 2009
geografi nomadi
Pubblicato da roberta buzzacchino
Etichette: complessità, identità, mappare
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