19 novembre 2011

“Low Resolution Generation”: dall’Aula Blu al New York Times

condivido con molto piacere...


Low Resolution Generation è una campagna sociale, la cui creatività è nata durante il corso di Pianificazione dei Media del prof. Marco Stancati. Corso che prevede la possibilità per gli studenti, in alternativa all’esame tradizionale, di presentare un “media plan” sulla base di specifici briefing tenuti da testimonial aziendali.

L’autrice è Stefania Marini, bella intelligenza emotiva e ottima grafica, che in risposta al brief di Antonio Amendola, fondatore di Shoot4Change (S4C), ha presentato un progetto di campagna (creatività e pianificazione media) dedicata alla condizione di insicurezza dei giovani. Giovani che vivono una precarietà tale che non gli consente di mettere davvero a fuoco (low resolution appunto) la propria identità: “Piero, callcenterista, 600 pixel al mese”.



S4C , è un'organizzazione no profit di fotografi (professionisti e amatori), designer, artisti e visionari che condividono parte del loro tempo per realizzare campagne sociali e reportage per le ONG. “Change the world with a click!” recita il pay off di S4C che è una realtà frequentatissima del Web. Tanto da attirare l’attenzione del New York Times che ha intervistato Antonio Amendola e ha ospitato nelle sue pagine digitali alcune campagne di S4C, tra cui anche quella di Stefania Marini, decisamente “unconventional”.

Come tutte le iniziative ospitate sul sito di Antonio Amendola, “Low Resolution Generation” ha il valore aggiunto di una campagna User Generated Content”: si alimenta, infatti, con gli scatti realizzati dal pubblico. Nel vero spirito del Web.

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