elena guerra, che lo scorso anno ha frequentato
le mie lezioni al master public.com8,
ci racconta la sua esperienza di apprendimento
La tecnica del mind mapping è entrata prepotentemente, come una forza positiva, nella mia vita. Una nuova scoperta che mi ha permesso di riorganizzare i miei contenuti in schemi mentali radiali. Dal primo incontro conoscitivo con la tecnica, durante il Master Publi.com8, la curiosità e la volontà di applicarla al meglio anche in ambiti “non convenzionali” hanno aperto la strada al mio processo creativo.
Fino a quel momento avevo tentato di applicare tecniche assai bizzarre e poco programmate per sviluppare contenuti in contesti spaziali chiari ed efficaci. Nella mia mente i contenuti erano gestiti su un piano mentale verticale che materializzavo con le classiche “TO DO List” oppure con fantomatici diagrammi di flusso che però non permettevano un’ottimale rappresentazione di contenuti che spesso sono troppo dinamici per poter essere schematizzati in una lista e poco si addicono alle dinamiche lavorative di organizzazione di Eventi a cui ho preso parte.
"To Do List", il mio modello lineare |
Forte della mia propensione al ragionamento per immagini, colori ed associazioni, il mio approccio alla nuova tecnica è stato facile, utile e divertente.
Ampliando il mio campo visivo, grazie ad un semplice capovolgimento del foglio da una posizione verticale ad orizzontale, sono riuscita ad acquisire maggiore consapevolezza degli spazi per organizzare le idee, focalizzando di volta in volta il mio obiettivo al centro (cosa voglio raccontare) e facendo ruotare intorno gli step principali della mio ragionamento (Chi, Come, Quando e Perché).
Le rigide classificazioni si sono trasformate così in piani organizzativi radiali che permettono una visione globale delle attività e allo stesso tempo non impongono una rigida logica di graduatoria nello svolgimento delle azioni, dando comunque importanza alle prioprità grazie all’utlizzo dei rami primari (padre) e secondari (figlio).
Le mappe mentali, come l’organizzazione di Eventi, sono processi creativi in continua evoluzione. Il loro costante “in progress” richiede di essere rapidi nel prendere decisioni, focalizzare gli obiettivi e mantenere flessibilità nella scelta delle priorità. La mappa mentale diventa una vera e propria guida, uno strumento sia materiale che intellettivo, che si evolve in corso d’opera grazie all’intervento del mind mapper. Tale strumento aumenta la capacità di “fare propri” i contenuti rendendoli così più flessibili.
Ecco il risultato del mio processo creativo.
Il mio campo di applicazione del Mind Mapping è ad oggi focalizzato sugli obiettivi di organizzazione sia lavorativa che di vita quotidiana. Come primo utilizzo del metodo ho pianificato le attività settimanali invadendo letteralmente l'habitat della mia stanza…
Alla prima fase cartacea, alla quale rimango comunque maggiormente affezionata, è stato necessario affiancare l’utilizzo del digitale al fine di realizzare delle presentazioni chiare da condividere con il teamwork.
In particolare, illustro di seguito la mappa mentale elaborata nel corso delle riunioni con lo staff della Fondazione Sapienza per l’organizzazione dell’evento di inaugurazione di "Noi Sapienza" l’Associazione degli Ex Studenti della prima Università capitolina. Il processo è solo agli inizi, ma si delinea già la struttura dell’evento e l’utilizzo della tecnica del Mind Mapping che lo rende possibile.
Work in progress (marzo 2012) |
Work in progress (marzo 2012) |
Mind Mapping & Cake Design "HelaSuperCakes" |
Questa ad esempio è la SuperMindMapCake che ho creato in occasione della visita dei docenti della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Córdoba presso l'Università Sapienza, per un progetto comune di ricerca e approfondimento sul mind mapping.