luisa di basilio, che lo scorso anno ha frequentato
le mie lezioni al master public.com8,
ci racconta la sua esperienza di apprendimento
La prima volta che ho sentito parlare di Mappe Mentali è stato durante la lezione di Roberta. All'inizio ero scettica sul loro uso anche se curiosa di conoscerle. Ovviamente dopo mi sono ricreduta ed oggi le utilizzo quasi sempre per prendere appunti e mi è capitato di impiegarle anche per organizzare giornate abbastanza caotiche e piene di cose da fare.
Le mappe mentali mi aiutano a sviluppare un’idea completa dell’argomento in una sola pagina, pur non tralasciando nessun elemento del tema di cui si parla. Inoltre sono utilissime per memorizzare al meglio i concetti, sia perché individuo dal contesto generale solo le parole chiave, sia perché mi permettono di compiere un piccolo sforzo creativo, dovendo trovare connessioni e magari sintetizzare il tutto con piccoli disegni. Ad essere sincera all'inizio ho avuto qualche difficoltà nel gestire la parte sinistra del foglio e a gestire tutti gli spazi, ma credo siano problemi dovuti solo all’inesperienza.
L’uso che mi propongo di descrivere in queste poche righe è quello che ne ho fatto durante un’esercitazione di gruppo durante il Master: l’obiettivo del nostro lavoro era quello di ipotizzare una campagna transmediale per diverse attività di una ASL.
Le campagne di comunicazione transmediali sono “storie” con più porte di accesso, nel senso che vengono narrate più storie in diversi contesti di comunicazione, all’interno di un quadro preciso che gli utenti devono ricostruire. In una campagna/produzione transmediale, i vari elementi delle vicende sono dispersi su diverse piattaforme media, le quali donano ciascuna il proprio contributo più o meno interattivo alla vicenda generale.
Il nostro obiettivo era promuovere quattro diverse aree: 1. Gli orari, i luoghi ed i servizi della ASL 2. Il vaccino antinfluenzale 3. Le attività del Consultorio 4. Una campagna Antifumo.
La prima idea del mio gruppo di lavoro era quella di progettare dei micro-spot attinenti queste quattro aree, ma non riuscivamo a dare alla nostra attività un filo logico, tutto risultava abbastanza caotico e scollegato: in questo momento sono intervenute le mappe mentali.
La prima mappa mentale che ho disegnato è stata questa:
All'inizio ci siamo focalizzate sui protagonisti, poi sullo stile da dare a ciascuno spot e infine abbiamo individuato gli strumenti comunicativi che sarebbero stati utilizzati all’interno dello Spot. Questa prima mappa ci ha permesso di iniziare il nostro lavoro e produrre idee più coerenti al fine di realizzare quanto ci veniva richiesto.
Di fatto mancavano ancora tanti altri elementi da aggiungere: gli obiettivi di comunicazione, lo svolgimento degli spot e gli altri strumenti di comunicazione che sarebbero stati impiegati all’interno di ciascuna campagna. Quindi ho realizzato una seconda mappa che comprendesse questi elementi
Quest’ultima mappa mentale ci ha permesso di avere un’idea di insieme completa per progettare facilmente la presentazione in powerpoint che ci era stata richiesta.
Personalmente, finora ho sempre utilizzato le mappe disegnate a mano (come si può notare dalle due immagini che ho inserito), perché sono più “MIE” e mi permettono di illustrare qualsiasi concetto con facilità (a differenza dei software che hanno una galleria di immagini molto limitata).
Per concludere le mappe mentali sono state una scoperta importante e credo che se le avessi conosciute prima mi avrebbero permesso un percorso di studio, sicuramente più agevole.
Luisa Di Basilio
11 marzo 2013
saper imparare #4
Pubblicato da roberta buzzacchino
Etichette: mappe mentali, storie di mind mappers, università
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