30 settembre 2010

giurisprudenza e neuroscienze



la rivista Sistemi intelligenti, quadrimestrale
di scienze cognitive e di intelligenza artificiale,
dedica il n.2/2010 al tema Scienze Cognitive e Diritto

gli interventi, firmati da esperti nazionali ed internazionali,
e raccolti da Fausto Caruana, illustrano le intersezioni
tra mondo giuridico e diversi ambiti delle scienze cognitive:
neuroscienze, psicologia cognitiva, filosofia della mente,
genetica, psicopatologia



Se la colpa è del cervello
di mario ricciardi

29 settembre 2010

neuroni e società



La comunicazione nel cervello dell'uomo e nella società: somiglianze e differenze
ne parleranno ad un congresso
che si svolgerà a pesaro (1 ottobre) ed urbino (2 ottobre)
esperti e studiosi provenienti da tutta europa

Ricercatori medici, biologi, ma anche filosofi e sociologi si confronteranno sui recenti progressi nella conoscenza della comunicazione nel sistema nervoso centrale e di come le sue reti nervose e molecolari elaborino l’informazione. Questi aspetti saranno messi a confronto con la comunicazione nella società attuale valutando, in una prospettiva completamente nuova, l’interazione cervello-società. In particolare, si discuteranno i limiti e le prospettive della Neuro-Filosofia e della Neuro-Sociologia, nuove discipline che sono gemmate dall’interazione fra Biologia e le discipline classiche.



I processi d’influenza reciproca fra cervello e società saranno, quindi, analizzati principalmente, attraverso due aspetti:

- Come può la comunicazione nel cervello essere fonte di sviluppo di particolari processi di comunicazione nella società? Parafrasando K. Popper e JC. Eccles ( L’Io e il suo Cervello, Armando Editore, Roma 1981) …. come è possibile che “il mondo dei contenuti oggettivi di pensiero”, specialmente di pensieri scientifici, poetici e delle opere d’arte sia il prodotto degli uomini? In particolare, durante il congresso, il prof. Venerino Poletti dell’ospedale di Forlì illustrerà le due “anime” che devono caratterizzare la medicina che si prende cura dell’uomo: l’arte e la scienza.

- Quali sono gli effetti che la comunicazione nella società ha sulle capacità cognitive del cervello nelle diverse fasi della vita (sviluppo, età matura, senescenza) e come la comunicazione sociale influenzi il cervello, indirizzandone le scelte in politica ed economia.

Insomma, alcuni aspetti della cultura possono essere spiegati attraverso lo studio del cervello e viceversa alcuni meccanismi che sono alla base della funzione cerebrale possono essere compresi attraverso un'analisi dei prodotti culturali.

per maggiori info
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

28 settembre 2010

concorso "Il mio colorore preferito è..."

THE WINNER IS...

io e philippe proclamiamo donatella plastino
vincitrice del concorso "Il mio colore preferito è..."




donatella spiega così la scelta del suo colore

Il viola è un colore che amo molto ma non mi ero mai soffermata a chiedermi il perché; mentre progettavo la mappa e approfondivo le conoscenze sul colore (la storia, l'uso quotidiano, le declinazioni nel marketing) mi accorgevo sempre più che per me era legato a dei ricordi precisi e mi riportava alla mente tante immagini provenienti dall'infanzia e dalla mia terra natia.

I tramonti, le viole del pensiero, il glicine, il profumo della lavanda, la passiflora... ciascuno di loro mi regala sensazioni molto intense e sono tutti legati al colore viola. Non solo: anche le mie fantasticherie da bambina, o gli scenari fiabeschi che ogni tanto amavo dipingere, raccoglievano sfumature e tinte di viola.

Fino a qualche anno fa era un colore che scaturiva poche simpatie e ad amarlo eravamo veramente in pochi. Pastoureau ha ragione: la moda lo ha reso volgare, noioso, spento o plasticoso.

Ma il viola che piace a me è la sfumatura che non ti aspetti nelle luci del tramonto, è la viola del pensiero che ondeggia alla brezza primaverile, è una malinconia lieta, è il dettaglio che sorprende, ti incuriosisce e ti affascina.
Il viola è bello quando è raro e adesso che l'ho capito mi è ancora più prezioso.


congratulazioni donatella !

p.s.
il premio è una licenza per il software mind manager 9

altri colori, altre emozioni...

segnalo con piacere le mappe mentali
degli altri partecipanti al concorso perchè
esprimono delicate "sfumature" di altri colori


BLU' di alessia bellezza



ROSSO di francesca buzzacchino


una menzione speciale per la mappa mentale
del più giovane mind mapper che io conosca !


ARANCIONE di paolo farinola - anni 7

24 settembre 2010

mappe mentali all'università

oggi e domani terrò una docenza al master publi.com
della facoltà di scienze della comuncazione
università sapienza di roma



questa è la copertina del quaderno
che ho preparato per gli studenti
contente il materiale didattico della lezione
Le mappe mentali: una metodologia
per apprendere e comunicare

23 settembre 2010

apprendere con le mappe mentali

oggi una nuova storia!

ce la racconta simona parisi, studentessa
della facoltà di scienze della comunicazione
dell'università sapienza di roma, che a marzo
aveva partecipato al gruppo di lavoro made in people

Cara Roberta,
eccomi qui a raccontarti "storie di mind mapper" :)

Il contesto:
la preparazione dell'esame di Gestione e Organizzazione della Comunicazione d'Impresa (12cfu). La mole di materiale da studiare era già di per sè un bell'ostacolo da superare:
- 4 libri (per un totale di circa 1.100 pagine)
- innumerevoli slide
- appunti presi a lezione
In più si aggiungeva la natura molto tecnica (ingegneria gestionale) della prima parte dell'esame.

L'operatività:
Le lezioni duravano 3 ore (dalle 14 alle 17, 3 giorni a settimana da aprile e maggio) e per gestire i cali di attenzione provavo a rielaborare in mappe le slide che venivano proiettate. Ogni tanto coglievo lo sguardo perplesso del professore sui miei fogli, probabilmente avrà pensato che preferivo disegnare piuttosto che starlo a sentire!

(Apro una piccola parentesi - Devo dire che la rigidità del professore non mi stupisce, rimango senza parole, invece, quando i futuri "Scienziati della Comunicazione" non riescono a capire l'importanza di aprire la mente alle novità - Chiudo la parentesi)

La prima difficoltà è stata entrare nella mente "quadrata" che aveva elaborato le slide (piene di testo, grafici ed elenchi puntati), cercare di capire i concetti e liberarli dallo schema ppt classico. La sfida più ardua è stata mettere in mappe i grafici, incompresibili a prima vista, ma mentre il prof. li spiegava io cercavo di non farmi condizionare dalla forma che gli aveva dato lui e provavo a dargliene una mia.

La fase successiva è stata leggere i libri di testo. Mi sono resa conto che già nella mia mente cominciavo già ad associare delle immagini alle parole e ai concetti, ma mi sono trattenuta dal metterli su carta limitandomi e sottolineare la parti che mi sembravano più rilavanti.

Alla seconda lettura dei testi si sono aggiunte Maria e Valentina. Il pomeriggio di studio era strutturato così: una delle due leggeva ad alta voce e io armata di matita e fogli mappavo, avendo già un'idea degli argomenti è stato anche abbastanza facile gestire lo spazio dei fogli. Alla fine del capitolo rileggevamo insieme la mappa e la integravamo con gli appunti presi a lezione, la parte ludica del colorare era lasciata a fine serata.

Il risultato sono le 12 mappe che ti invio e che riassumono 470 pagine del libro, slide e appunti presi a lezione. Il resto dell'esame l'ho preparato nella maniera classica (solo leggendo e sottolineando), per scarsità di tempo.



La prova del 9 è stata l'interrogazione, durante la quale vedevo tutti i "miei rami" guidarmi verso una risposta articolata e piena di dettagli.

Aprire la mente a nuove forme di apprendimento è stata una vera conquista.
Grazie mille, Roberta.

Un abbraccio.
Simona

22 settembre 2010

sperimentare > prototipo = una tesi radiale # 3

riprendo il post di ieri per mostrarvi la presentazione
che katia ha realizzato per il giorno della discussione della tesi



questa è la mappa mentale che è stata utilizzata da katia
per progettare la presentazione e decidere la sequenza dei passaggi



come potete notare è uno schizzo dove non ci sono colori,
disegni particolari, non è completa in tutti i minimi dettagli
ma è comunque stata fondamentale per approcciare
alla logica di prezi che, a differenza di power point,
non offre una slide alla volta da utilizzare in modo sequenziale
ma si presenta come un grande foglio bianco
sul quale costruire un percorso logico in modo molto dinamico

se volte conoscere i particolari del processo creativo
che ha portato katia a realizzare la tesi e questa presentazione
leggete il capitolo 6 di I lovemarks del running italiano

:)

p.s.
se la presentazione vi piace, lasciate un commento
sulla pagina di prezi dove è stata pubblicata

più commenti ci sono, più cresce la possibilità
di vederla segnalata sull'home page di prezi ;)

20 settembre 2010

sperimentare > prototipo = una tesi radiale # 2



imparare, sperimentare, cambiare punto di vista,
utilizzare parole, immagini e colori su una pagina orizzontale
per dare spazio all'ispirazione e alla creatività

questo è quello che katia vinciguerra ha fatto
scrivendo con grande passione una tesi di 195 pagine
dal titolo I lovemarks del running italiano
che parla di corsa, scarpe da running
e di un nuovo bilanciamento tra corpo e mente

ho seguito katia come tutor e ho visto la sua scrittura
passare dal lineare al radiale, e viceversa, con naturalezza
perchè in questo modo riusciva a dare forma alle sue idee e saperi
seguendo le fasi di un vero processo creativo

tutto ha avuto inizio con una mappa nella quale
ha individuato gli argomenti e i passaggi più importanti
che voleva percorrere per arrivare fino al traguardo finale



con una seconda mappa, invece, abbiamo fatto insieme
un brainstoriming per individuare gli elementi
del progetto grafico che poi è stato realizzato



non voglio svelare troppi particolari, vi lascio alla lettura
e alla scoperta della proposta di comunicazione
il diario degli allenamenti per la community "NB Mind Runners"



queste le mappe mentali che sintetizzano
i 6 capitoli di cui si compone la tesi



per me è stato un vero piacere seguire katia
in quella che lei stessa definisce "una maratona mentale"
e il voto finale di 110 e lode è più che meritato

brava katia e... ad maiora !

17 settembre 2010

Concorso " Il mio colore preferito è..." # 2

hai tempo ancora una settimana per partecipare
al concorso " Il mio colore preferito è... "
con la mappa mentale del tuo colore

se cerchi ispirazione leggi
l'ultimo numero di illywords

16 settembre 2010

15 settembre 2010

ripartire dal "vuoto"

tutto cambia velocemente, le nuove tecnologie
modificano le nostre capacità cognitive
e io sempre più spesso sento la necessità
di fermarmi, riflettere e fare "vuoto

a questo tema io, fabrizio bellavista e davide agostoni
abbiamo dedicato la seconda puntata
della rubrica languagegarage
che leggerete nel numero di ottobre sulla rivista ADV



siamo partiti dal cerchio zen e intorno ad esso
abbiamo idealmente avvicinato pensatori di ogni tempo
che hanno esplorato in diversi modi il "vuoto"

penso che ciascuno di noi abbia un modo personale
per riflettere, uscire dal vorticoso succedersi di eventi
e dare forma ad un pensiero personale e originale

personalmente ho trovato nelle mappe mentali un utile metodo
per fare spazio e organizzare il mio pensiero perchè
quando passo dalla scrittura lineare a quella radiale
la prima “cosa” che incontro è il vuoto



è una pagina bianca, senza righe e quadretti,
in posizione orizzontale dove i punti di riferimento per scrivere
sono spariti in un "vuoto" che produce energia

12 settembre 2010

come funziona il cervello nell'era digitale?

per capirlo cinque neuroscienziati americani
si sono imbarcati in una canoa lungo un fiume
a 300 km dal primo centro abitato

hanno verificato se è proprio vero
che la disintossicazione totale da apparecchi digitali
serve a chiarire le idee, ragionare in modo più efficiente
e a utilizzare al massimo le propri capacità cognitive

scoprite le loro conclusioni...



dal sole 24 ore del 17 agosto

l'evoluzione della lettura

cambiano i mezzi con i quali scriviamo
e di conseguenza il nostro modo di leggere
subisce delle modificazioni

il sole 24 ore continua la sua sperimentazione multimediale
e venerdì scorso ha annunciato una nuova applicazione



di Christian Rocca




dal foglio di carta al foglio di vetro



il creativo che salva la carta
di christian rocca

Il «New York Observer» gli ha dedicato la copertina: Scott Dadich è il salvatore della Condé Nast, il ragazzo prodigio che farà entrare le riviste del gruppo di Vogue, Vanity Fair, Glamour, New Yorker e Wired nell'era digitale (...)

Condé Nast oggi è pronto per offrire ai suoi grafici un software che permette di disegnare sulla stessa piattaforma i lay out diversi per ciascun supporto e ai giornalisti di modificare il testo una sola volta per tutte le versioni, cartacea, digitale, cellulare. (...)

I magazine, dice Dadich, sono così come li conosciamo per una sola ragione: sono fisicamente limitati dai due pezzi di carta. L'iPad e gli altri strumenti che verranno cambiano tutto. Lo strumento è un altro. Gli spazi sono diversi. Si riparte da zero. Non ha senso replicare sul nuovo mezzo il modello del formato cartaceo. «Abbiamo un pannello di vetro. Ci sono tutti questi pixel. Ci sono queste proporzioni – spiega Dadich –. Come le useremo? In che modo racconteremo le storie? (...)

nietzsche e la macchina da scrivere


dopo tagore, un frammento della vita di nietzsche
- tratto dall'articolo google ci rende stupidi di nicholas carr -
che ci svela il suo rapporto con la scrittura

Nel 1882 Nietzsche comprò una macchina da scrivere. Aveva cominciato a perdere la vista, e tenere lo sguardo concentrato su una pagina diventava doloroso e stancante: spesso soffriva di spaventosi mal di testa.

Scriveva sempre a mano e temeva di dovervi rinunciare del tutto. La macchina da scrivere lo salvò. Una volta imparato a battere potè scrivere con gli occhi chiusi ma la macchina ebbe un’effetto più impalpabile.

Un amico compositore notò il cambiamento di stile nella scrittura del filosofo: la sua prosa era ancora più scarna e telegrafica di prima. “ Forse attraverso questo strumento passerai ad un nuovo idioma” gli scrisse l’amico in una lettera, aggiungendo un’impressione personale: “Spesso i miei pensieri sulla musica e sul linguaggio dipendono dalla qualità della penna e carta che uso".


09 settembre 2010

Concorso " Il mio colore preferito è..."

il mese scorso philippe boukobza
autore del blog visual mapping
ha indetto un bel concorso per mind mapper:
disegnare a mano una mappa mentale
avente come oggetto il proprio colore preferito,
in palio una licenza per il software Mind Manager 9

non avevo mai fatto una mappa del genere
e ho trovato molto stimolante riflettere su un colore
e far emergere i significati che ha per me

questa è la mappa mentale con la quale ho vinto :)



le mappe degli altri vincitori



d'accordo con philippe, ho deciso di rimettere in palio la licenza
e continuare il concorso perchè penso che valga la pena
riflettere sulla forza simbolica dei colori

proprio oggi al festival della letteratura di mantova
michel pastoureau terrà una conferenza

dal titolo " colori e società"

Passano i secoli, cambiano i colori. Il rosso è stato il colore dell’impero e poi del martirio, della colpa e poi della rivoluzione. Il nero ha conosciuto momenti di fortuna alterna: positivi con l’avvento della stampa, negativi con la scoperta dello spettro cromatico di Newton, che lo ha declassato a noncolore. Il blu non è quasi esistito fino al X secolo, e poi a poco a poco si è imposto come il colore preferito dall’Occidente. Michel Pastoureau, docente di Simbologia medievale e moderna alla École Pratique des Hautes Études della Sorbona ed autore di I colori del nostro tempo, ripercorre due millenni di storia dei colori tra valenze simboliche, pratiche sociali ed esiti artistici. Lo incontra lo storico dell’arte e giornalista Marco Carminati.

scrive pastoureau

(...) Parlare di colore è innanzi tutto parlare di storia delle parole e di fatti legati alla lingua, di chimica dei pigmenti e di coloranti, di tecniche di pittura e di tintura. Ma è anche e soprattutto parlare del suo posto nella vita quotidiana, dei codici e dei sistemi che lo accompagnano, dei regolamenti provenienti dalle autorità, delle morali e dei simboli stabiliti dalle religioni, delle speculazioni degli uomini di scienza, delle invenzioni degli uomini d'arte. I terreni di ricerca e di riflessione abbondano e pongono ai ricercatori di scienze umane diverse domande (...)

i colori sono quindi protagonisti della nostra vita
ci circondano, possiedono significati nascosti
che influenzano il nostro ambiente, i nostri comportamenti,
il nostro linguaggio e il nostro immaginario

partecipa quindi al concorso " Il mio colore preferito è..."
disegna una mappa mentale pensando al tuo colore
ed esprimi con parole e immagini tutte le tue associazioni
puoi vincere una licenza per il software Mind Manager 9 !

le mappe dovranno essere firmate dall'autore,
recare la data di realizzazione ed essere spedite
in formato jpg entro il 23 settembre
a questi indirizzi di posta elettronica
robertabuzzacchino chiocciola gmail punto com
philippe punto boukobza chiocciola gmail punto com

la mappa mentale del vincitore
sarà pubblicata in questo blog

se cerchi ispirazione
ho parlato di colori qui e qui
oppure puoi leggere






buon mind mapping "colorato" ;)

07 settembre 2010

mappe mentali e neuroeconomia



domani terrò una lezione sul metodo delle mappe mentali
nell'ambito della scuola estiva "I misteri della cooperazione
Analisi, modelli e simulazioni sull'origine e la dinamica
dei comportamenti pro-sociali"
organizzata da
LABSS (Laboratory on Agent Based Social Simulation,
dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione)
in collaborazione con AISC (Associazione Italiana Scienze Cognitive)

gli argomenti della giornata riguarderanno
cognizione-finanza e neuroeconomia
e questo è l'abstract del mio intervento



Viviamo in un mondo complesso in continua trasformazione. La crisi economica, il crollo delle borse sembrano dimostrare che l’economia sia governata da forze incontrollabili e i classici algoritmi matematici spesso falliscono nell’identificare per tempo le crisi finanziarie. L’essere umano, infatti, non si muove unicamente sulla base di calcoli probabilistici sottoposto ai vincoli di una razionalità perfetta, ma è influenzato da fattori psicologici, da emozioni come paura, panico, fiducia, rimpianto, ricompensa.

In questo contesto abbiamo bisogno, come scrive Edgar Morin, “di un metodo che ci aiuti a pensare la complessità del reale, invece di dissolvere e mutilare la realtà”.

Le scienze cognitive e le neuroscienze hanno dimostrato che l’uomo non pensa per modelli lineari, anche se gli strumenti di cui dispone per concretizzare le idee seguono questa logica e le informazioni vengono strutturate in modo sequenziale.




Un primo passo verso la traduzione “biologica” delle idee è possibile con il metodo delle mappe mentali, ideato negli anni ’70 dal cognitivista inglese Tony Buzan, che permette di rappresentare graficamente il pensiero con parole e immagini seguendo una strutturale radiale in analogia a quella neuronale. La mappa mentale consente di sfruttare la capacità naturale della mente umana di associare idee e pensieri in maniera non lineare e di utilizzare al meglio le potenzialità latenti dell’emisfero destro del cervello, cioè quello che elabora le informazioni in modo globale, creativo, intuitivo ed emotivo, facendolo lavorare in sinergia con l’emisfero sinistro che invece è logico e razionale.

Durante la lezione verificheremo insieme in che modo il metodo delle mappe mentali può contribuire a studiare meglio i processi decisionali nella soluzione di compiti economici ed avvicinare l’homo oeconomicus a quello neurobiologicus.

02 settembre 2010

leggerezza & creatività

settembre è il mese dei festival
sparsi lungo tutto lo stivale
sono delle ottime occasioni
per allenare tutti i sensi

oggi ne ho scoperto uno interessante



Comodamente dal 2 al 5 settembre a Vittorio Veneto
il tema di quest'anno è la leggerezza
tra i numerosi interventi segnalo

La creatività è un antidoto alle tristi pressioni
con Loredana Lipperini e Annamaria Testa

La creatività, come la leggerezza, è inafferrabile. Ma può togliere peso alle “passioni tristi” di cui è intrisa un’epoca come la nostra.È giunto quindi il momento che “ognuno di noi diventi responsabile della creatività che porta in sé”.

sul tema della leggerezza le riflessioni di mauro corona
Leggeri come falchi per vivere meglio

01 settembre 2010

si riparte !

per rimettere in moto il cervello
e catturare scintille d'ispirazione
andrò al festival della mente
dal 3 al 5 settembre a sarzana



questi alcuni degli interventi che ascolterò
e, ovviamente, prenderò appunti con le mappe mentali !

La bella e la bestia: l’identità tra arte e scienza
di Ludovica Lumer

L’arte e le neuroscienze si uniscono oggi per raccontare come nasce il senso di identità nell’uomo, le modifiche che il sé subisce nel corso della vita di un individuo e di un popolo. L'arte, come modalità di rappresentare sensazioni ed emozioni, fornisce uno dei più preziosi documenti sul funzionamento del cervello, l'artista guarda contemporaneamente fuori e dentro di sé, come negli autoritratti di Giacometti e di Bacon. Negli ultimi anni le neuroscienze stanno contribuendo a fornirci un ulteriore livello di comprensione, in particolare la neuroestetica. Se sappiamo ascoltarle insieme, arte e scienza, possono insegnarci ad osservare i cambiamenti sociali, economici, culturali, di identità, ed i disagi che ne conseguono

L’etimologia come enciclopedia della mente
di Alberto Nocentini

Capita molto di rado di riflettere sulle parole per mezzo delle quali ci esprimiamo, raccontiamo, descriviamo. Eppure sono lo specchio della nostra mente, del mondo così come la nostra mente lo concepisce e lo rappresenta. Si può affermare che le cose affiorano alla nostra coscienza e diventano realtà definite quando ricevono un nome. Scoprire il nesso, la motivazione che lega le cose ai loro nomi equivale a render chiara la nostra rappresentazione del mondo e l’etimologia è la chiave che apre i segreti più o meno riposti della nostra mentalità. Le lingue sono diverse perché prodotto di culture e mentalità differenti, un’indagine etimologica permette di raccontare, descrivere e dare quindi un’immagine definita della nostra specificità culturale.

L’anima e l’iPad
di Maurizio Ferraris

L’io, il soggetto puro della volontà, spesso interpretato come un homunculus che si agita in noi, si presta a venir descritto come una tabula su cui si iscrivono impressioni, ruoli e pensieri. Agiamo per imitazione (i neuroni specchio), l’imitazione si iscrive nelle nostre menti attraverso l’educazione e la cultura e, a questo punto, diveniamo capaci di azioni morali. Immaginando un vecchio telefono, in tempi pre-telefonino, quando squillava e noi non eravamo a casa, vivevamo felici, senza obblighi. Oggi ogni “chiamata non risposta” è registrata e genera l’obbligo di rispondere, suscita la fitta di rimorso che è “quello che diciamo l’anima”. C’è da chiedersi se la grande metafora dell’anima non sia, oggi, quella potentissima tavoletta scrittoria che è l’iPad.


sono sicura che troverò spunti di riflessione
utili per arricchire LanguageGarage la rubrica
che curo per il magazine ADV

:)