10 febbraio 2011

coaching e mappe mentali

per il magazine CoachMag ho scritto un articolo
Orientarsi nella complessità: coaching e mappe mentali



Immaginiamo la vita come un gomitolo fatto di tanti fili di colori diversi (famiglia, lavoro, passioni, desideri, responsabilità…) che si possono aggrovigliare creando nodi che non ci consentono di tessere la nostra trama. Cosa fare per dipanare la matassa e far sì che ciascun filo possa, nell’unicità del suo colore, rendere più prezioso il nostro tessuto?

In questo contesto il coaching è uno strumento potente per orientarsi nella complessità e raggiungere gli obiettivi attinenti alla sfera non solo personale ma anche professionale. Durante il percorso di coaching può essere utile il metodo delle mappe mentali.




Il mind mapping può essere applicato in ogni fase del coaching.

Pensiamo al primo colloquio con il coachee durante il quale è fondamentale un ascolto attivo: fare domande specifiche, mantenere alta l’attenzione e prendere appunti per “catturare” le parole chiave cioè quelle significative che aiutano ad avere una visione globale.

Anche al termine di una sessione di coaching può essere utilizzata una mappa mentale per definire, insieme al coachee, azioni concrete da compiere. In questo caso un classico elenco numerato di cose da fare sarebbe molto limitativo perché non permetterebbe di creare associazioni, collegamenti e trovare anche soluzioni inaspettate.

Con una mappa mentale, invece, possiamo scrivere sui rami principali verbi all’infinito che sottolineano l’idea dell’azione (contattare, preparare, esplorare…) mentre nei rami secondari specificare i dettagli (chi, cosa, dove, quando…)




continua...

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