rappresentare il pensiero con le mappe mentali
può diventare, con l'andar del tempo, un gesto naturale
che accompagna il processo creativo
è quello che è accaduto ad alessia rapone
che mi ha scritto questa mail
Ciao Roberta,
è trascorso un anno da quando ho partecipato al mappe_mentali_lab e da allora le mappe sono entrate a poco a poco nel mio quotidiano sia professionale che personale.
Giorni fa ho letto il post in cui parlavi della rivista IO Donna, a cui sono molto affezionata, e ho fatto alcune riflessioni "radiali" sul tema della donna .
Sono partita da un brano del libro Il giorno prima della felicità di Erri De Luca. " Nell’età delle commozioni il cuore non basta a reggere la spinta del sangue. Il mondo intorno è poco in confronto alla grandezza che si allarga in petto. E’ l’età in cui una donna deve ridursi alla piccola taglia del mondo. Un urto dentro di lei le fa credere di non farcela, troppa violenza ci vuole per ridursi. E’ l’età rischiosa. Le donne hanno un’esaltazione fisica che noi non possiamo conoscere. Noi ci possiamo esaltare per una donna, loro si esaltano per la forza contenuta dentro. E’ una energia antica delle sacerdotesse che custodivano il fuoco." A me queste righe mi hanno fatto venire i brividi, perché mi sono sentita conosciuta come mai prima, messa a nudo per rispettarmi fino al sacro.
Poi ho riletto un articolo di Aldo Cazzullo "Parlando a Maria come una donna" (pubblicato tempo fa nella rivista IO Donna) in cui presentava il libro "Maria, la donna" del patriarca di Venezia Angelo Sodano il quale ricordava come di donne autentiche la società del terzo millennio abbia straordinario bisogno. La donna autentica è appunto Maria, centro della libertà-semplicità-creatività di ogni uomo, a partire da quella di suo figlio.
Dopo queste letture ho fatto una mappa mentale, per vedere meglio come le tre parole potessero diventare azioni concrete e perchè, per disegnare una mappa, bisogna superare gli steccati del pensiero tradizionale, ridurre parole e immagini, reinventarsi il modo di manifestare se stessi. Libertà-semplicità-creatività, appunto.
La mappa mentale l’ho chiamata Io donna, come il giornale a cui sono tanto affezionata, come forse Maria si sarà detta con gioia e sgomento, come ognuna di noi nei momenti belli e brutti di ogni giorno.
Dopo qualche giorno aver fatto la mappa, mi regalo una tela bianca su cui provare a mettere insieme ritagli di giornale e vecchie foto, tutto quello che ho nella casa nuova. Penso che sia poca roba, che i pezzi non c’entrino niente uno con l’altro, che sto provando ma forse non riuscirò.
Inizio col ritaglio “Non servono parole”, continuo con quello in bianco e nero di una fotomodella, proseguo con una pagina dei Peanuts con Lucy dalla faccia carina e Charlie Brown sbigottito, attacco anche la foto della sorella di mia nonna, zia Lavinia, copio alcune righe di don Tonino Bello proprio su “Maria donna bella”.
All’improvviso, tutti gli elementi della tela trovano un ordine e un senso, legati tra loro da uno stesso filo rosso, che è la BELLEZZA come “dono che ci inebria di felicità perché, sia pure per un attimo appena, ci concede di mettere lo sguardo nelle feritoie fugaci che danno sull’eterno” (Tonino Bello).
Insomma, ci sono delle coincidenze, dei tempi che si avvicinano, dei rimandi continui che scopri perché li vuoi scoprire o perché ne hai bisogno o tutte e due. E poi sei contento, perché il cerchio si chiude e se ne aprono degli altri.
Il mio cerchio è iniziato da un libro e da un articolo di giornale, si è trasformata in una mappa mentale e da questa si è allargato fino alla tela bianca su cui sono rimaste tracce di un percorso…
Un caro saluto
Alessia